BUON TEMPO ORDINARIO!
COMUNIONE... NON TEMERE...
Ogni rottura di comunione è mancanza di amore e di perdono.
(fra Adalberto Piovano)
Tu sei, Signore, il nostro coraggio, che ci aiuta a non cedere alla notte.
(fratel MichaelDavide)
La Parola XXX domenica del Tempo ordinario 27 ottobre 2024 ... Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. Mc 10,46-52 (...) (Mc 10, 46-52) PER LA RIFLESSIONE
LE ALI DI BARTIMEO
Quando dal ciglio della strada ci siamo alzati, quando ci siamo buttati in volo verso quella Parola, si sono aperte strade di luce, sotto ali che non sapevamo di avere.
Sulla strada da Gerico a Gerusalemme un uomo a terra, un mantello a coprire gli stracci. Un mendicante cieco: cosa c’è di più perduto, di più naufrago della vita? Sfila gente, passa un corteo, c’è animazione nuova nell’aria: “sentendo che era Gesù il Nazareno che passava” Bartimeo è come attraversato da una scossa: alza la testa, si rianima, comincia a gridare il suo dolore. Non si vergogna di essere il più povero di tutti, anzi è la sua forza. La mendicanza è la sorgente della preghiera: “Kyrie eleison”, grida.
Tra tutte, la preghiera più cristiana ed evangelica, la più antica e la più umana. Che nelle nostre liturgie abbiamo confinato all’atto penitenziale, mentre è la richiesta di nascere di nuovo. La ripetono lebbrosi, donne, ciechi e non è richiesta di perdono per i peccati, ma di luce per gli occhi spenti, di una pelle nuova che possa ricevere carezze ancora.
Come un bambino che grida alla madre lontana, chiedono a Dio: mostrati padre, sentiti madre di questo figlio naufrago, fammi nascere di nuovo, ridammi alla luce! Bartimeo cerca un Dio che si intrecci con la sua vita, con i suoi stracci.
Ma la folla attorno fa barriera al suo grido: taci! Disturbi! Terribile pensare che la sofferenza possa disturbare. Disturbare Dio! Bartimeo allora fa l’unica cosa che si può fare in questi casi: grida più forte. È il suo combattimento, con il buio degli occhi ciechi e con il muro della folla.
Gesù sente, ascolta il grido e risponde, ma in modo inatteso, coinvolgendo la folla che prima voleva zittire il mendicante: chiamatelo! E la folla va, portavoce di Cristo, e si rivolge al cieco con parole bellissime, da brivido, dove è custodito il cuore dell’annuncio evangelico. Parole facili e che vanno diritte al cuore, da imparare, da ripetere, sempre, a tutti: “coraggio, alzati, ti chiama”.
Coraggio, la virtù degli inizi. Alzati, dipende da te, lo puoi fare, ricomincia, riprendi in mano la tua vita.
Ti chiama, è qui per te, non sei solo, il cielo non è muto. E si libera una energia a lungo compressa, che fa fiorire gesti quasi eccessivi: Bartimeo non parla, grida; non si toglie il mantello, lo getta; non si alza da terra, ma balza in piedi.
Guarisce in quella voce che lo accarezza, lo chiama, come un polline di suono che vibra nell’aria, un sentiero su cui può incamminarsi. E solo a questo punto Gesù gli chiede cosa desidera veramente. Signore, che io veda!
Vedere? Certo non i paesaggi di Palestina, forse il volto di sua madre o la luce degli occhi di un amico; non il suo ciglio di strada, piuttosto tutta la strada intera, su fino a Gerusalemme. E la prima cosa che vede è Gesù, un Dio che si accorge di lui, lo chiama, lo cerca, lo attira, lo libera.
Quando dal ciglio della strada ci siamo alzati, quando anche noi ci siamo buttati in volo verso quella Parola, si sono aperte strade di luce, sotto ali che non sapevamo di avere. (padre Ermes Ronchi)
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Parola da... guardare XXX domenica del T.O. ******
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Letture... per te Manuel il piccolo guerriero della luce Questo libro è la biografia di un bambino scritta a quattro mani da Valerio Boccia, per otto anni direttore generale e direttore editoriale dell’editrice LDC, e da Enza Maria Milana, madre di Manuel E’ una storia bellissima. Ma come può essere bella la storia di un bimbo morto di tumore a 9 anni dopo anni di atroci sofferenze? Eppure in tutto il libro si respira aria di fede e di Amore di Dio Il libro descrive la breve vita di Manuel Foderà segnata dalla sofferenza offerta per amore e per la conversione dei cuori induriti. Egli sapeva di aver ricevuto da Gesù una missione e definiva se stesso “guerriero della luce”: portava a tutti luce e speranza, dicendo che Gesù ci ama più di quanto noi possiamo amare Lui. La comunione per lui era una vera intima unione con il suo grande Amico Gesù. Aveva in Lui una “fiducia incondizionata, smisurata” e Gli ha spalancato la porta del suo cuore. Ha terminato la sua vita terrena, ma non la sua missione, a 9 anni, ed è riuscito ad entrare nel cuore di tanti: bambini, medici, suore, preti, frati, vescovi e tanti tanti altri. A tutti regalava sorrisi, anche quando soffriva terribilmente, e preghiere. La lettura di questo libro fa bene al cuore, fa riflettere sul senso della vita e della sofferenza e trasmette “luce”. Questo libro è stato fortemente voluto dallo stesso Manuel, che ha chiesto alla sua mamma di scrivere molti libri su di lui, perché tutti potessero conoscere la sua storia. La mamma Enza prendeva appunti e, come Maria, serbava ogni cosa meditandola nel suo cuore. E’ stata non solo testimone attenta e premurosa, ma anche sostegno nei momenti più difficili.
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