Martiri di oggi


 

        Ci soffermeremo, in questa pagina, su alcune figure di martiri del XX e XXI secolo. Ma, come introduzione di ogni profilo, vogliamo inserire e pregare con te questa preghiera di una scrittrice francese che riassume e definisce, con quel realismo essenziale che solo la poesia realizza, quello che è per tanti il martirio quotidiano, la testimonianza di una fedeltà fino alla fine che, se non si esprime con l'effusione del sangue, certo mette a dura prova il "cuore". Eccola, allora, questa semplice introduzione, icona tangibile di quello che vorremmo fosse la nostra vita di affidamento all'amore di Dio. FINO ALLA FINE.

VI. UNA STRAORDINARIA FIGURA DI SANTO: IL MARTIRE. Essendo il martire il santo che muore pur di rimanere fedele a Cristo, si può tentare un confronto fra la sua morte la morte come era vista nell’antichità. Sia i Giudei che i Romani avevano una sorta di orrore per i cadaveri: per i primi venire a contatto col corpo di un morto era fonte di contaminazione e di impurità, per i conquistatori del mondo antico invece i corpi dei morti, o le loro urne cinerarie, dovevano essere conservate fuori dalle mura della città. Leggi tutto

V. NATALE 2011. STRAGE DI CRISTIANI IN NIGERIA. Nell'Angelus del 26 dicembre, nella festa di S. Stefano protomartire, il pensiero e la preghiera di papa Benedetto XVI sono anche per questi nuovi martiri. Leggi tutto

IV. Che felicità sarebbe il morire martiri..... A questo link puoi leggere alcune note sulla prossima beatificazione di alcuni sacerdoti martiri durante la guerra civile spagnola del 1936. Un augurio che vorremmo fare nostro. Che il Signore ce lo conceda.

III. Nella notte fra il 26 e il 27 marzo 1996 vennero rapiti in Algeria, nel Monastero de l'Atlas, sette monaci cistercensi. La loro storia ha conosciuto una diffusione "di massa" con la programmazione del film "Des hommes, des dieux" di Xavier Beauvois (vedi pagina Letture per te - Uomini di Dio per la recensione). Il film è stata una provvidenziale occasione per far conoscere il testamento spirituale dell'abate del monastero, Christian de Chergé, e per riflettere sulla esperienza di martirio dei monaci, martirio non desiderato ma accolto come manifestazione irrinunciabile di un amore fino alla fine per Dio, per il dono della vita, per i fratelli di Algeria con i quali i monaci per anni hanno condiviso per anni lo scorrere dei giorni. Di seguito uno degli articoli comparsi a dieci anni dal ritrovamento delle loro teste (i corpi non sono stati mai ritrovati) scritto da Henry Quinson, consulente monastico in tutta la fase di lavorazione del film.
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 II. 24 marzo 2011. Giornata di preghiera e digiuno per i nuovi martiri.   
Il martirio cristiano, "non è un caso, né mai disegno è d’uomo...Vero martire è quel che non desidera più nulla per sé, neppur la gloria del martirio: è quello che strumento è divenuto di Dio, che nella volontà di Dio, nella sottomissione a Dio soltanto, ha trovato la vera libertà" (Thomas Becket)
VIA CRUCIS PER I MISSIONARI MARTIRI

 

Preghiera di don Andrea Santoro, missionario ucciso il 5 febbraio 2006

 

Signore, benedici i tuoi figli che desiderano solo servirti

servendo quelli che tu hai loro affidato.

Effondi su di noi il tuo Spirito

perché possiamo farlo "traboccare" con abbondanza.

Tienici uniti nella nostra diversità:

non così uniti da spegnere la diversità, non così diversi da soffocare l’unità.

Compi in noi il miracolo della tua unità:

tu "Uno" nella sostanza eppure "Trino" nella relazione personale.

Donaci la tua fecondità di Padre,

la tua donazione di Figlio, la tua effusione di Spirito,

perché il mondo creda che tu ci hai mandato

e perché ci sia dato di amarlo questo mondo,

di "rigenerarlo" con te, di portarlo stretto a noi

come una madre porta stretto a sé il proprio figlio.

Donaci di amarti e di svuotarci per te per riempirci di te.

Benedici questa terra già benedetta

e donaci di essere per essa una benedizione.

Donaci quella benedizione

che in essa lasciarono, calpestandola,

i patriarchi, gli Apostoli, Maria,

e tutti i nostri padri nella fede.

(Urfa, 29 aprile 2001)

 

I. LA PASSIONE DELLE PAZIENZE
(
Tratto da Madeleine Delbrêl, Il piccolo monaco, P.Gribaudi editore, Torino, 1990)

La passione, la nostra passione, sì, noi l'attendiamo.
Noi sappiamo che deve venire, e naturalmente intendiamo
viverla con una certa grandezza.
Il sacrificio di noi stessi: noi non aspettiamo altro che
ne scocchi l'ora.
Come un ceppo nel fuoco,
così noi sappiamo di dover
essere consumati.
Come un filo di lana tagliato
dalle forbici,
così dobbiamo essere separati.
Come un giovane
animale che viene sgozzato,
così dobbiamo essere uccisi.

La passione, noi l'attendiamo. Noi l'attendiamo, ed essa non viene.
Vengono, invece, le pazienze.
Le pazienze, queste briciole di passione, che hanno
lo
scopo di ucciderci lentamente per la tua gloria,
di
ucciderci senza la nostra gloria.
Fin dal mattino esse vengono davanti a noi:
sono i nostri nervi troppo scattanti o troppo lenti,
è l'autobus che passa affollato,
il latte che trabocca, gli spazzacamini che vengono,
i bambini che imbrogliano tutto.
Sono gl'invitati che nostro marito porta in casa
e quell'amico che, proprio lui, non viene;
è il telefono che si scatena;
quelli che noi amiamo e non ci amano più;
è la voglia di tacere e il dover parlare,
è la voglia di parlare e la necessità di tacere;
è voler uscire quando si è chiusi
è rimanere in casa quando bisogna uscire;
è il marito al quale vorremmo appoggiarci
e che diventa il più fragile dei bambini;
è il disgusto della nostra parte quotidiana,
è il desiderio febbrile di quanto non ci appartiene.
Così vengono le nostro pazienze, in ranghi serrati
o in fila
indiana, e dimenticano sempre di dirci
che sono il martirio preparato per noi.

E noi le lasciamo passare con disprezzo, aspettando
per dare la nostra vita –
un'occasione che ne valga la pena.

Perché abbiamo dimenticato che come ci sono rami
che si distruggono col fuoco, così ci son tavole che
i passi lentamente logorano e che cadono in fine segatura.
Perché abbiamo dimenticato che se ci son fili di lana
tagliati netti dalle forbici, ci son fili di maglia che giorno
per giorno si consumano sul dorso di quelli che l'indossano.
Ogni riscatto è un martirio, ma non ogni martirio è sanguinoso:
ce ne sono di sgranati da un capo all'altro della vita.
E' la passione delle pazienze.