Cos'è
Come ebbe a precisare Papa Giovanni Paolo II nel maggio 1988, la nuova evangelizzazione doveva intendersi come nuova nel suo ardore, nei suoi metodi, nelle sue espressioni
- nuova nel suo ardore,
se verrà rafforzata sempre più l’unione con Cristo, primo evangelizzatore. E' l'incontro con la persona di Cristo che accende il fuoco nel cuore, bruciato dall'amore di Dio, tanto da non poter essere contenuto e da dover necessariamente essere donato agli altri. Un cuore convertito e volto al Creatore, consapevole che, pur nella sua fragilità, è chiamato alla santità, riesce a trasmettere la grazia che la comunione e l'intimità con Dio producono. Un cuore rinnovato dall'amore di Dio è un cuore affamato che si nutre di Eucaristia, un cuore assetato che beve all'acqua viva dello Spirito, un cuore fragile proprio a causa del suo amore e delle ferite, ma che si rialza grazie al sacramento della riconciliazione. "Un’evangelizzazione nuova nel suo ardore è il primo servizio che la Chiesa può rendere a ciascun uomo e all’intera umanità. Oggi si richiede una evangelizzazione che abbia l’ardore della Pentecoste. La missione è un problema di fede"(RM 11). L’evangelizzazione sarà nuova nell’ardore se saprà fare "un soprassalto di missionarietà" (CEI, La Chiesa italiana dopo Loreto, nn. 30,51,52) che impedisca alle nostre chiese di ripiegarsi su se stesse o, peggio, sulleloro piccole contese, ed essere piuttosto veramente missionarie nel proprio ambiente: "La Chiesa o è missionaria o non è più nemmeno evangelica" (Giovanni Paolo II, Discorso alle Pontificie Opere Missionarie, 13-5-1986);
- nuova nei suoi metodi
"Una evangelizzazione sarà nuova nei suoi metodi se ogni membro della Chiesa diverrà protagonista della diffusione del messaggio di Cristo. L’evangelizzazione è compito di tutti i membri della Chiesa" (Giovanni Paolo II, 9-5-1988). "Si sta affermando una coscienza nuova: cioè che la missione riguarda tutti i cristiani, tutte le diocesi e parrocchie, le istituzioni e associazioni ecclesiali" (RM 2). L’evangelizzazione deve essere nuova nei suoi metodi anche a motivo dei nuovi ambiti in cui l’annuncio deve essere rivolto; riguardo ad essi, si assiste ad un superamento dei criteri strettamente geografici di evangelizzazione; anche all’interno della antiche cristianità permangono vaste zone non evangelizzate per cui si impone anche in questi paesi non solo una nuova evangelizzazione, ma in certi casi anche una prima evangelizzazione. Per i parroci, in fondo, si tratta di guardare a sé come pastori non solo delle pecore che già ci sono nella comunità parrocchiale ma di sentire l'urgenza di andare in cerca delle altre che ancora non ci sono e che non hanno sperimentato la gioia dell'abbraccio dell'amore del Padre (Gian Matteo Botto, intervista su www.dailymotion.com); si tratta, insomma, per noi che disponiamo di ogni forma di ricchezza spirituale, di andare a portare l'acqua a chi ha solo sete e non può permettersi, non ha il lusso di scegliere fra tanti tipi di bevande;
- nuova nelle sue espressioni
L’evangelizzazione sarà nuova anche nella sua espressione "se annunzierete la buona notizia con un linguaggio che tutti possano comprendere" (Giovanni Paolo II). Come la fede, anche l’evangelizzazione non può dirsi realizzata se non si esprime adeguatamente nelle forme che le sono proprie; il vino nuovo va versato in otri nuovi (Mt 9,17); dovrà quindi preoccuparsi sia della fedeltà ai contenuti (buona conoscenza della verità di Cristo), sia della fedeltà al linguaggio (comprensibile a tutti). Di qui l'esigenza di usare i nuovi strumenti che l'era digitale e le nuove frontiere dei mezzi di comunicazione offrono per la diffusione del Vangelo.